Un’altra Nina come noi, tanti anni fa

«Adesso sono cambiata… Sono una vera attrice, recito con soddisfazione, con entusiasmo, mi inebrio sulla scena e mi sento meravigliosa. E adesso, da quando vivo qui, non faccio che camminare, cammino sempre e penso, penso e sento crescere di giorno in giorno le mie forze spirituali… Io adesso so, capisco, Kostja, che nel nostro lavoro, e non importa se recitiamo in teatro o scriviamo, la cosa più importante non è la gloria, non lo splendore, non ciò che io sognavo per me, bensì la capacità di soffrire. Sappi portare la tua croce e credi. Io credo, e il mio dolore si placa, e quando penso alla mia vocazione, non ho paura della vita»

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Undici Settembre

Ricordi, Nina? Così nasceva questo blog, due anni fa …

love requiem

Nostra madre, poveretta!
Quando ha capito, Nina le ha subito detto di non preoccuparsi, che era solo una crisi passeggera— ne erano già successe, no? Quindi l’ha congedata velocemente.
Ora sta asciugando con uno straccio le macchie di vino sul pavimento e ogni tanto ride istericamente:
«Non le avevo mai dato della “bastarda”…»
Ma all’improvviso torna seria, mi guarda negli occhi:
«Dove eravamo rimasti?»

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Quel certo sorriso di una donna

«Il suo sorriso aveva in sé qualcosa dell’ebbrezza della terra riarsa dopo un improvviso e furioso acquazzone; era il sorriso dell’insaziabile per la quale mille baci ardenti sono soltanto l’incentivo a rinnovati assalti. In qualche modo strano e inesplicabile quella donna è rimasta nella mia memoria cone il simbolo di quella fame di amore sconfinato che percepivo, ma in minor grado, in tutte le donne greche. Direi quasi che è il simbolo della Grecia stessa, questa brama inappagabile di bellezza, passione amore»

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